Ci sono alcuni oggetti che in me rievocano immediatamente Venezia: uno è quasi scontato, ed è il ferro da prua che decora le gondole, l’altro è la bricoła.

In sostanza, le bricołe sono pali in legno di rovere che servono a segnalare le parti navigabili della Laguna, che altrimenti, soprattutto quando c’è la bassa marea o quando c’è la nebbia, sarebbe fuori dalla portata dei meno esperti.
Non basta però affidarsi alla vista e seguire le bricołe, perché a seconda delle zone queste possono assumere significati differenti! In alcune aree delimitano infatti a destra e a sinistra la via d’acqua entro cui è possibile navigare, mentre in altre si trovano solo da un lato e bisogna affiancarle. Insomma, la Laguna non è alla portata di tutti, e conviene lasciarne la navigazione ai veneziani… Noi viaggiatori affidiamoci a loro e godiamoci la vista senza altre preoccupazioni.
A volte le bricołe si trovano in gruppi di tre o più, con un palo in mezzo a sostenere una luce di segnalazione o un cartello. In questo caso l’accrocchio si chiama dama.
All’estero le bricołe vengono chiamate Duc d’Albe ma, no, molto meglio il nome veneziano, vero?

Alcuni artisti utilizzano il legno delle bricołe per elementi di arredo e oggetti di artigianato, ma questo oggetto iconico ha anche ispirato grandi architetti: forse qualcuno ricorderà infatti che a Expo Milano 2015, nel cortile centrale del Padiglione Zero campeggiava il maestoso tavolo Pangea, disegnato da Michele De Lucchi. Non era facile notarlo, ma le gambe erano bricołe.

Sul sito ADI è possibile vedere alcune foto del tavolo Pangea, più nei dettagli.

Quando vedo le prime bricołe comparire alla vista, o mentre si percorre il Ponte della Libertà, o arrivando con l’AliLaguna dall’aeroporto di Venezia, mi si apre il cuore: sto per raggiungere Venezia! Come non amarle?