Qualche settimana fa ho “incrociato” su Facebook Marilisa, mascherera veneziana.
È stata subito simpatia. Mi ha incuriosito il suo placido modo di porsi, nonostante le difficoltà del periodo che si stanno aggiungendo a una più generale crisi dell’artigianato di qualità (e su questo torneremo).
Marilisa è una vera e propria artista: progetta, crea a mano una per una e decora le sue meravigliose maschere che poi vengono messe in vendita nel suo scrigno dei tesori a due passi dal Mercato di Rialto.
Entrare nel negozio equivale a fare un salto nel sogno: si viene letteralmente circondati da centinaia e centinaia di maschere, le più diverse che si possa immaginare.


Marilisa è in attività dagli anni ’90, e da sempre opera da sola, creando le sue opere d’arte che attirano collezionisti di maschere da tutto il mondo.

Pur amando l’atto creativo che la porta a perseguire idee nuove, lavora anche su commissione, preparando maschere per i più svariati usi, come per gli attori dell’Arena di Verona, o per essere abbinate ai ricchi costumi di Carnevale.

Marilisa porta avanti in modo esemplare un artigianato da tutelare, da salvare e da supportare.
È difficile per questi artisti vincere la guerra contro le “cineserie”, contro prodotti industriali che arrivano dall’altra parte del mondo, fatti in serie e con materiali scadenti, venduti a poco (ma comunque a più di quanto valgono) e spacciati per “made in Italy” ad acquirenti distratti o disinteressati.
Purtroppo il prezzo rappresenta ancora uno specchietto per le allodole e non si prova nemmeno ad approfondire la differenza di valore tra un prodotto industriale spacciato per fatto a mano e un vero pezzo unico fatto non solo a mano, ma anche col cuore da una persona che dedica tutta sé stessa in quella che più che una professione è una passione.
Anni di lavoro, di approfondimento, di studio, di miglioramento continuo. Di gesti sempre più precisi, di idee sempre nuove, di flussi creativi da seguire e anche da far convivere con l’esigenza di vendere e di intercettare il gusto del pubblico.
Oggetti di nicchia che corrono il rischio di essere poco visibili in un’era del tutto-e-subito, dell’omologazione e del bisogno di seguire il gusto del branco.
Ma gli artigiani proseguono sulla loro strada, rincorrendo sogni e amore per il loro lavoro.
Sta a noi aiutarli a vivere, non solo a sopravvivere, perché non debbano trovarsi di fronte al bivio tra mollare e continuare con mille difficoltà.
Non mi stancherò mai di suggerirlo: se siete alla ricerca dei vostri souvenir o di regali non escludete a priori i veri artigiani veneziani magari temendo prezzi insostenibili: provate ad avvicinarli, parlate con loro, curiosate nelle loro botteghe, scoprite la loro vita e le loro storie, ascoltate cosa c’è dietro ai loro oggetti.
E allora scoprirete che sì, magari costano un po’ di più delle cinesate che trovate in Strada Nuova appena fuori dalla Stazione, ma le loro creazioni hanno un mondo dentro, e regalarle o regalarcele assumerà un valore nuovo.
Scusate la lunga riflessione, ma la loro difficoltà la sento anche mia. E auspico che ci si possa tutti impegnare per aiutare gli artigiani a lavorare, acquistando da loro i nostri regali.
Tornando all’Arlecchino, nel negozio troverete un’infinita varietà di maschere, da quelle tradizionali ad altre del tutto originali.
Di seguito un video che mostra tutta l’abilità di Marilisa: con pochi esperti gesti mostra come si fa ad anticare una maschera, un piccolo Pinocchio che stava creando quando sono arrivata da lei.
Per esorcizzare le difficoltà del periodo, con Marilisa ci siamo soffermate nell’angolo di negozio che raccoglie diversi esemplari di Medico della Peste

I lunghi becchi delle coperture facciali usate dai medici nei periodi in cui imperversava la peste venivano riempiti di aromi che, secondo le conoscenze dei tempi, tenevano lontano il contagio.
Per provare a conoscerla un po’ meglio, ho chiesto a Marilisa di indicarmi la sua maschera preferita. Subito si è quasi stranita, mi sono resa conto che era come se le avessi chiesto di dirmi quale fosse il suo figlio preferito, ma poi ha indicato decisa questa meraviglia: una maschera esposta in vetrina, un pezzo unico con lunghe fiamme in resina decorata che rappresenta molto bene il carattere solare della sua creatrice.

Marilisa ci aggiorna sulle sue attività attraverso la pagina Facebook dell’Arlecchino, che vi consiglio di seguire anche per scoprire curiosità su Venezia e sui mille usi delle maschere
Come raggiungere L’Arlecchino
Lo accennavo prima, la bottega si trova a due passi dal Mercato di Rialto, in Ruga Vecchia San Giovanni 789.
Vi consiglio fortemente una visita: vi innamorerete delle sue sognanti creazioni!