Se anche voi eravate preoccupati per il cambio di proprietà della Casa dei Tre Oci, ecco una bella notizia: aprirà al pubblico il 29 marzo il nuovo centro espositivo e di ricerca firmato Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini.
Gli spazi sono quelli della Fondazione Giorgio Cini, più precisamente le Sale del Convitto, sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. 1850 metri quadrati su due livelli completamente restaurati e riallestiti, con un bookshop/libreria che offrirà una selezione tutta focalizzata sul tema della fotografia,
Perché a San Giorgio? Perché – anche se forse non è così noto – nella Fondazione Giorgio Cini è custodita una delle più importanti collezioni fotografiche d’Europa, che unisce le raccolte pervenute nel tempo all’Istituto di Storia dell’Arte e appartenute a importanti storici dell’arte, tra cui Berenson, Bettini, Fiocco, Pallucchini, a giornalisti e scrittori, come Ojetti, insieme a un cospicuo numero di fotografie prodotte da scambi con altre istituzioni culturali, dai rapporti intercorsi per alcuni decenni tra Vittorio Cini, Fondazione Giorgio Cini e la società Alinari.
Un sodalizio che ha contribuito, fino al 1970, alla creazione della Fototeca che, ad oggi, conta quasi un milione di fotografie, liberamente consultabili negli spazi della Nuova Manica Lunga da studiosi, ricercatori, appassionati, su appuntamento; online, grazie al grande impegno che la Fondazione Cini ha avviato dagli inizi degli anni Duemila per la digitalizzazione del suo patrimonio.
Dal Comunicato stampa di presentazione
Si partirà fin da subito con la temporanea dedicata a Ugo Mulas (si veda più avanti), che vede presentate per la prima volta un’importante selezione di immagini vintage mai esposte prima d’ora.
Ma scopriamo meglio il progetto complessivo.
“Le Stanze della Fotografia” è l’iniziativa congiunta di Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini, destinata a proseguire il percorso iniziato nel 2012 alla Casa dei Tre Oci di Venezia – storico palazzo neogotico situato sull’isola della Giudecca e di recente acquistato dal Berggruen Institute – nella convinzione che la fotografia, tra i linguaggi artistici più interessanti del moderno e del contemporaneo, debba continuare ad avere una sua specifica “casa” a Venezia. Ad affiancare le attività espositive, una Fondazione dedicata sosterrà i progetti di ricerca grazie al contributo dei partner strategici Fondazione di Venezia e San Marco Group.
Dal Comunicato stampa di presentazione

Render Studio APML. Credits © Studio APML
Ecco come questo progetto rappresenta il passaggio di testimone dalla Casa dei Tre Oci:
Marsilio Arte ha gestito tutte le mostre e le attività della Casa dei Tre Oci, proponendo, nel corso degli ultimi dieci anni, trenta esposizioni che hanno raccontato l’opera dei più grandi fotografi tra i quali Elliott Erwitt, Sebastião Salgado, Gianni Berengo Gardin, Helmut Newton, David LaChapelle, Letizia Battaglia, Ferdinando Scianna, Mario De Biasi, parallelamente a un’importante attività di ricerca sviluppata attraverso mostre di riscoperta di autori come René Burri, Willy Ronis, Henri Lartigue, Sabine Weiss, accogliendo complessivamente oltre 500.000 visitatori.
Un altro fil rouge è rappresentato dal direttore artistico delle Stanze della Fotografia, Denis Curti, che ha diretto la Casa dei Tre Oci dal 2012.
“Ugo Mulas. L’operazione fotografica”. Dal 29 marzo al 6 agosto
La temporanea viene proposta in occasione dei 50 anni dalla scomparsa dell’autore, avvenuta il 2 marzo 1973 e vede esposti più di 300 immagini, tra cui 30 foto mai esposte prima d’ora, documenti, libri, pubblicazioni e filmati che si snodano lungo 14 sezioni. Vengono toccati tutti i campi d’interesse dell’artista: dal teatro alla moda, con i ritratti di amici e personaggi della letteratura, del cinema e dell’architettura fotografati come “modelli in posa”, dai paesaggi e dalle città alla sua esperienza con la Biennale di Venezia e con gli artisti della Pop Art.
Tra le figure più importanti della fotografia internazionale del secondo dopoguerra, Mulas comprende presto, da autodidatta, che essere fotografo vuol dire fornire una testimonianza critica della società, ed è proprio questa consapevolezza che guida i suoi primi reportage tra il 1953 e il 1954: le periferie milanesi e l’ambiente artistico e culturale dei primi anni Cinquanta del celebre Bar Jamaica. Mulas si impone rapidamente nei più diversi ambiti della fotografia, dalla moda alla pubblicità, pubblicando su numerose riviste come “Settimo Giorno”, “Rivista Pirelli”, “Domus”, “Vogue”. In questi anni il fotografo sviluppa un’importante collaborazione artistica con Giorgio Strehler, grazie al quale pubblicherà le fotocronache “L’opera da tre soldi” (1961) e “Schweyck nella seconda guerra mondiale” (1962).
L’attenzione al mondo dell’arte e alla produzione artistica diventa uno dei principali interessi di Mulas, che fotografa le edizioni della Biennale di Venezia dal 1954 al 1972. Nel 1962 documenta la mostra “Sculture nella città” a Spoleto, dove si lega soprattutto agli scultori americani David Smith e Alexander Calder. Di questo periodo è anche la serie dedicata alla raccolta Ossi di Seppia di Eugenio Montale (1962-1965). L’estate del 1964 è significativa per Mulas. Alla Biennale di Venezia viene presentata la Pop Art americana al pubblico europeo; il fotografo ottiene la collaborazione del critico Alan Solomon e l’appoggio del mercante d’arte Leo Castelli, che lo introducono nel panorama artistico americano durante il suo primo viaggio negli Stati Uniti.

© Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati. Archivio Ugo Mulas. Milano – Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli
Il programma espositivo delle Stanze della Fotografia
Paolo Pellegrin, autunno 2023
Nell’autunno 2023 Le Stanze della Fotografia ospiteranno una mostra dedicata a Paolo Pellegrin (Roma, 1964), tra i più importanti fotoreporter contemporanei internazionali, che ha documentato molti dei maggiori disastri e conflitti mondiali. Il progetto, costruito come una vera e propria antologica, prende in considerazione anche il tema del cambiamento climatico e al rapporto tra uomo e natura. La mostra è curata da Denis Curti e Annalisa D’Angelo e realizzata in collaborazione con Magnum Photos.
La rassegna, per molti aspetti inedita, restituisce tutti i principali temi che animano il percorso di Paolo Pellegrin, che nei decenni ha intrecciato la visione del reporter con l’intensità visiva dell’artista attraverso disegni, quaderni, appunti, fotografie che illustrano la complessità del processo creativo dell’autore. Il percorso racconta una storia di infinita umanità nell’epoca presente grazie a installazioni, ingrandimenti, scatti inediti, con un corpus di immagini del più recente reportage in Ucraina, dove il fotografo si è recato nei mesi successivi allo scoppio della guerra.
Helmut Newton, primavera 2024
Nella primavera 2024 sarà la volta della retrospettiva “HELMUT NEWTON. LEGACY”, curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation di Berlino, e Denis Curti, in occasione del centesimo anniversario della nascita dell’artista (Berlino, 1920 – Los Angeles, 2004). Attraverso 250 fotografie, riviste, documenti e video, la mostra ripercorrerà l’intera carriera di uno dei fotografi più amati e discussi di tutti i tempi. Accanto alle immagini più iconiche, un corpus di fotografie inedite, presentate per la prima volta in Italia, sveleranno molti aspetti meno noti dell’opera di Newton, con un focus specifico sugli scatti di moda più anticonvenzionali. Polaroid e contact sheet forniranno inoltre informazioni sul processo creativo di alcuni dei motivi iconici presenti, mentre pubblicazioni speciali, materiali d’archivio e dichiarazioni del fotografo contribuiranno a far comprendere al visitatore il contesto nel quale è nata l’ispirazione di questo straordinario artista. Nell’ottica di un potenziamento e consolidamento di rapporti con istituzioni ed enti culturali anche al di fuori della città di Venezia, la mostra sarà esposta in esclusiva in Italia dalla primavera 2023 e fino all’estate 2024 con un tour in altre prestigiose sedi: a Milano, a Palazzo Reale, dal 24 marzo al 25 giugno 2023; a Roma, al Museo dell’Ara Pacis, dove approderà nell’autunno 2023; infine, a Venezia nella primavera 2024.