Fosse anche la centesima volta che arrivo a Venezia, quando il treno imbocca il Ponte della Libertà mi emoziono.
Può esserci qualsiasi tempo, dall’uragano al sole splendente, ma – niente da fare – mi emoziono. Quel cordone ombelicale che collega la terraferma con l’Isola mi fa venire le lacrime agli occhi.
E quando scendo dal treno, raggiungo l’uscita della Stazione Santa Lucia e mi si para davanti la Chiesa di San Simeone Piccolo, beh… inizio a respirare.
Ricordo la prima volta che ho visitato la Città. Avevo 26 anni, strano per un’italiana del Nord Italia, di solito Venezia è nelle mete tipiche delle visite scolastiche, ma – boh – non ci ero mai stata.
Nonostante molto avessi letto e visto su Venezia, anche per motivi familiari visto che un ramo della famiglia è veneto, non ero preparata alla meraviglia che avevo davanti agli occhi.
Io mi auguro che tutti quanti visitino Venezia possano rivivere lo stesso stupore che ho provato io, e che riprovo ogni volta che ci torno.
Venezia è un balsamo per il cuore e per gli occhi. Bisogna viverla lasciandosi vivere.