Si torna finalmente a parlare dell’eventualità di riaprire i Musei.
Sull’edizione del 5 gennaio del Corriere del Veneto si leggeva una dettagliata analisi delle possibili aperture dei siti museali.
C’è infatti uno spiraglio che consentirebbe ai Musei di riaprire il 16 gennaio.
Purtroppo questa possibilità cozza con la scelta del Comune di Venezia di tenere chiusi tutti i Musei Civici fino a fine aprile, vista la “mancanza di turisti”.
Non voglio fare polemiche, ma a mio avviso questa scelta non tiene conto dell’importanza della cultura, dell’arte e della bellezza nella qualità della vita. La cultura dovrebbe essere considerato un bene primario, essenziale, da garantire sempre, anche a costo di andare in perdita economica.
La comunicazione riguarda al momento solo le istituzioni statali, ma finora ogni direttiva è stata poi ampliata all’intero comparto museale italiano, che a Venezia riguarda una ventina di spazi istituzionali. La
Dal Corriere del Veneto del 5 gennaio
notizia arriva in laguna mentre soffiano le polemiche sulla chiusura ad oltranza (a prescindere dalle decisioni del governo) degli undici musei civici decisa dall’assessore alla Cultura nonché sindaco Luigi Brugnaro.
Lo sconcerto ha dato il via a una raccolta firme. Questo tipo di iniziative mi lascia sempre un po’ scettica, perché in realtà non è una firma (on-line, peraltro) in più o in meno a spostare realmente un dibattito di questa portata, ma rappresenta comunque un segnale positivo, dimostrando un reale interesse diffuso nei confronti dell’importanza di garantire la fruibilità dei Musei appena possibile e non al ritorno del turismo di massa.
Insomma, al momento della pubblicazione di questo post i Musei Civici risultano chiusi fino a fine aprile.
Non solo, anche Palazzo Grassi e Punta della Dogana hanno comunicato che non apriranno il 16 gennaio.
Chi riapre?
Dovrebbero invece tornare visitabili la Galleria Franchetti alla Ca’ D’oro, Palazzo Grimani e la Collezione Peggy Guggenheim.
La Fondazione Querini Stampalia già dal 7 gennaio ha riaperto la biblioteca e si appresta a riaprire anche le sale museali.
Le Gallerie dell’Accademia dovrebbero accodarsi, anche se forse non già dal 16 gennaio.
Anche la Fondazione Giorgio Cini ha espresso la volontà di aprire.
Le temporanee
Novità anche in merito alle temporanee e alle altre grandi iniziative.
Il Corriere del Veneto del 7 gennaio ci regala una sintesi esaustiva (e ottimistica) del calendario artistico del 2021.
A Punta della Dogana dal 21 marzo al 9 gennaio 2022 si terrà “Contrapposto Studies“, temporanea di Bruce Nauman.
Alle Stanze del Vetro il 22 marzo aprirà, per poi chiudere il 25 luglio, “L’Arca del Vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg“. Nella stessa sede sarà poi la volta di “Toni Zuccheri e Tapio Wirkkala alla Venini“.
La Collezione Peggy Guggenheim dall’8 maggio al 13 settembre ospiterà “Surrealismo e magia. La modernità incantata” che, come sempre, si preannuncia di altissimo livello.
Dal 22 maggio al 21 novembre è attesa la 17ma Biennale di Architettura, dal titolo “How will we live togheter?”
Dal 4 al 12 settembre si terrà la consueta “Venice Glass Week“.
San Giorgio ospiterà dal 9 al 26 settembre la meravigliosa “Homo Faber“, che mi aveva rapito nella sua prima edizione del 2018.
Alla Fondazione Giancarlo Ligabue dal 15 ottobre al 13 marzo si potrà visitare la curiosa «Power&Prestige. L’arte dei bastoni del potere in Oceania».
Alla Casa dei Tre Oci è invece attesa la retrospettiva su Mario De Biasi.
Mi auguro torni visitabile la meravigliosa “Le Muse inquiete“, anche se credo la sede che la ospita debba essere liberata in previsione dell’allestimento della Biennale Architettura. Peccato, perché è stata davvero una boccata d’aria in un anno così difficile.
Come sempre, vi aggiornerò puntualmente in merito alle diverse opportunità di visita.