È ora di MUVE Contemporaneo 2022, la quinta edizione della rassegna che permea i Musei Civici di Venezia con l’Arte contemporanea, anche dove non ce lo aspetteremmo, con risultati spettacolari!
Un esempio è la straordinaria installazione di Anselm Kiefer a Palazzo Ducale, nella Sala dello Scrutinio, che lascia letteralmente a bocca aperta, ma sono tante le altre contaminazioni tra Temporanee e Permanenti e Arte contemporanea e Storia.
Il ciclo di dipinti di Anselm Kiefer, creati appositamente per Palazzo Ducale nel corso del 2020 e 2021, si dispiega nello spazio e nella magnificenza della Sala dello Scrutinio, in serrato confronto con le trentatré tele monumentali del soffitto e con la valenza eroica dell’intero ciclo decorativo del Palazzo, a sottolineare il ruolo dell’arte contemporanea nella riflessione su temi universali, che trascende Venezia per aprirsi a visioni filosofiche attuali.
Nella Galleria Internazionale d’Arte Moderna a Ca’ Pesaro con MUVE Contemporaneo si entra per Afro 1950-1970 Dall’Italia all’America e ritorno/From Italy to America and back riscoprendo uno dei grandi protagonisti della pittura italiana del secondo Novecento. L’America fu per Afro Basaldella un grande campo di prova e di incontro con la compagine della scuola di New York, Pollock, De Kooning, Gorky. Con quarantacinque capolavori, in arrivo da collezioni e musei internazionali, si rende omaggio a un autore ben rappresentato anche nelle collezioni di Ca’ Pesaro, esplorando la relazione che negli anni Cinquanta si è instaurata tra l’arte italiana e quella statunitense dell’espressionismo astratto e dell’action painting. In collaborazione con Fondazione Archivio Afro.
Sempre nella Galleria Internazionale d’Arte Moderna, nelle sale Dom Perignon, MUVE Contemporaneo presenta inoltre Raqib Shaw. Palazzo della memoria, esposizione di opere dell’artista proveniente dalla regione indiana del Kashmir e residente a Londra, in un’esposizione curata da Norman Rosenthal. Le opere
di Raqib Shaw si collocano in un progetto site specific nelle sale di Ca’ Pesaro con luminosi richiami alla tradizione pittorica italiana e veneziana, con ispirazioni da Tintoretto, Giorgione, Pannini e altri.Ancora a Ca’ Pesaro nel percorso museale permanente si colloca anche una piccola ma preziosa ricognizione della pittura di Bice Lazzari, nel periodo di passaggio dall’informale al minimalismo astratto fra la metà degli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta.
Dedicata alla vocazione e all’interesse di Palazzo Mocenigo per il profumo, Es-senze presenta un gruppo di artisti protagonisti della stagione creativa tra la nascita del nuovo millennio e oggi. Una generazione di autori giovani, significativi esponenti della scena creativa contemporanea internazionale che individuano nel profumo e nell’olfatto i motivi di ispirazione per le loro creazioni, autori diversi per cultura e sintassi ma associati da un comune orientamento che li induce a esplorare, ciascuno a proprio modo, una dimensione creativa alternativa a quelle consuete. Gli artisti in mostra sono: Mircea Cantor, Mateusz Chorobski, Jason Dodge, Bruna Esposito, Eva Marisaldi, Florian Mermin, Giuseppe Penone, Paola Pivi, Namsal Siedlecki, Achraf Touloub, Nico Vascellari, Luca Vitone.
Al Museo Correr nella Sala delle Quattro Porte Huong Dodinh porta con Ascension la sua opera nell’ambiente dominato nell’imponente scultura lignea della Madonna della Misericordia assunta come presenza-guida dall’artista coreana. Quattordici grandi opere, sostenute da altrettanti pannelli alti e affusolati che, come candele, guidano attraverso l’atmosfera mistica che aleggia e invitano i visitatori a condividere la percezione che l’artista ha del mondo e le sue emozioni più intime.
Nel Museo del Vetro a Murano è in corso l’esposizione Silicon Dioxide che ripercorre le tappe più significative del percorso dello scultore inglese Tony Cragg, a partire dagli assemblages, storici lavori di grandi dimensioni dove vengono accostati e sovrapposti gruppi di oggetti. Accanto a questi importanti pezzi del passato trovano posto diverse opere più recenti, alcune appena ultimate, che manifestano una nuova curiosità di Cragg per i vari effetti del vetro colorato e riflettono, con espressivi avvitamenti, il percorso di ricerca intrapreso dall’artista negli ultimi anni sul concetto di fluidità della materia vetro. L’allestimento, inoltre, è arricchito da una serie di disegni, stampe e acquerelli che aiutano ad immergersi nell’universo creativo dell’artista. Mostra curata da Berengo Studio in collaborazione con i Musei Civici di Venezia.
Dalle collezioni della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro arrivano le opere in mostra al Centro Culturale Candiani di Mestre con Punto, linea e superficie. Kandinsky e le avanguardie, esposizione che fa un percorso a ritroso nella contemporaneità fino alle origini dell’astrazione. Lo straordinario percorso artistico del Novecento è narrato affiancando all’artista russo opere di Paul Klee, Lyonel Feininger, Enrico Prampolini, Luigi Veronesi, Alexander Calder, Joan Miró, Antoni Tàpies, Max Ernst, Jean Arp, Karel Appel, Mario Deluigi, Ben Nicholson, Tancredi, Mark Tobey e, Emilio Vedova, con una sezione di sculture di Mirko Basaldella, Eduardo Chillida, Bruno De Toffoli, Julia Mangold, Luciano Minguzzi e Richard Nonas. L’esposizione è attualmente allestita nella Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone.
Dal Comunicato stampa

Lascio la parola ai testi dei Comunicati stampa ufficiali per la descrizione più approfondita delle singole temporanee.
ANSELM KIEFER – QUESTI SCRITTI, QUANDO VERRANNO BRUCIATI, DARANNO FINALMENTE UN PO’ DI LUCE (ANDREA EMO)
PALAZZO DUCALE – Sala dello Scrutinio – Dal 26 marzo al 29 ottobre 2022
Anselm Kiefer espone una serie di nuove opere nella Sala dello Scrutinio e nella Sala della Quarantia Civil Nova di Palazzo Ducale a Venezia per la rassegna MUVE Contemporaneo e in occasione della 59a Biennale d’Arte.
Kiefer è stato invitato dalla Fondazione Musei Civici di Venezia a presentare un’installazione di dipinti site-specific che dialogano con uno degli spazi più importanti di Palazzo Ducale e con la storia di Venezia.
A volte succede che ci sia una convergenza tra momenti passati e presenti, e quando questi si incontrano si sperimenta qualcosa di simile all’immobilità nell’incavo dell’onda che sta per infrangersi. Avendo origine nel passato ma appartenendo in fondo a qualcosa di più di esso, questi momenti fanno parte tanto del presente quanto del passato, e ciò che generano è importantissimo.
Anselm Kiefer
Palazzo Ducale ha accolto generazioni di artisti tra i quali Giovanni Bellini, Vittore Carpaccio, Tiziano, Veronese, Tintoretto e molti altri. Lo spazio monumentale e le pareti della Sala dello Scrutinio, la sede designata all’elezione del Doge, sono riccamente decorati da dipinti che celebrano il potere della Serenissima Repubblica di Venezia.
I riferimenti filosofici e letterari sono sempre stati centrali per la comprensione del lavoro di Anselm Kiefer. La mostra prende il titolo Anselm Kiefer Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce (Andrea Emo) dalle parole del filosofo veneto Andrea Emo (1901-1983), i cui scritti Kiefer ha incontrato per la prima volta sei anni fa. Il metodo artistico di Kiefer ha infatti profonde consonanze con il pensiero filosofico di Andrea Emo.
Nell’installazione a Palazzo Ducale Anselm Kiefer riflette inoltre sulla posizione unica di Venezia posta tra il Nord e il Sud e sulla sua interazione tra Oriente ed Occidente trovando connessioni altrettanto significative tra queste differenti culture, la storia della città e il testo dell’opera tragica di Goethe, Faust: Seconda parte (1832).
Di seguito alcuni miei scatti della Mostra (purtroppo non rendono l’idea della maestosità dell’installazione)






Di seguito la lettera di Anselm Kiefer a Gabriella Belli, estratta dal catalogo della mostra
TONY CRAGG – SILICON DIOXIDE
MUSEO DEL VETRO – Murano – Fino al 21 agosto 2022
Aperta dal 3 dicembre 2021, la mostra ripercorre con una quarantina di opere, alcune totalmente inedite, le tappe più significative del percorso dello scultore inglese.
A partire dagli assemblages, storici lavori di grandi dimensioni dove vengono accostati e sovrapposti gruppi di oggetti, ma accanto a questi importanti pezzi del passato trovano posto diverse opere più recenti, alcune appena ultimate, che manifestano una nuova curiosità di Cragg per i vari effetti del vetro colorato e riflettono, con espressivi avvitamenti, il percorso di ricerca intrapreso dall’artista negli ultimi anni sul concetto di fluidità della materia vetro.
L’allestimento, inoltre, è arricchito da una serie di disegni, acqueforti e acquerelli che aiutano ad immergersi nell’universo creativo dell’artista.
Nel concept della mostra assumono un particolare rilievo le sculture che Cragg comincia a produrre a partire dal 2009, quando inizia a collaborare con Berengo Studio a Murano, che cura l’esposizione al Museo del Vetro.
In una sorprendente evoluzione rispetto ai grandi assemblaggi degli anni ‘90, le sculture in vetro soffiato hanno permesso a Cragg di accedere a una nuova dimensione della materia. Non più vincolato alle tradizionali forme ritrovate di bottiglie e altri oggetti classici, in questi lavori più recenti ha potuto esplorare le possibilità di manipolazione della materia allo stato fuso. Questa duttilità lo ha visto “coreografare” in fornace composizioni elaborate e originali, che sono emerse organicamente, e dalla sua mente sono scivolate tra le mani dei maestri per essere plasmate in una nuova presenza fisica, quella che resiste alla stasi della scultura e arriva invece a catturare il movimento e l’energia di un singolo momento.
L’indagine dell’artista, che scaturisce da un’esigenza di esplorazione ontologica della materia e dalla necessità di investigare i rapporti che regolano l’energia dinamica dei materiali, si traduce in lavori che riescono a bilanciare l’equilibrio interiore ed esteriore delle forme. Quelle di Cragg sono opere che riflettono sulla complessità della physis, conciliando la totale comprensione della natura organica della realtà con l’accettazione delle sue caratteristiche meno intelligibili.
Non è un caso, quindi, se il vetro diventa uno dei suoi principali elementi di ispirazione: il vetro è il crogiuolo in cui si fondono, rotti e ricomposti, i meccanismi organici e il potenziale libero della forma che si trans-forma, che va al di là di se stessa per diventare altro. E non è un caso, dunque, che questa mostra si chiami proprio Silicon Dioxide, perché è proprio quel diossido di silicio da cui nasce il vetro che contiene in sé non solo una necessaria struttura chimico-organica, ma anche la scintilla creativa della materia pronta ad esprimersi come nuova forma, nuova opera d’arte.
Di seguito alcuni miei scatti della mostra (che ho adorato!)
















AFRO 1950-1970 – DALL’ITALIA ALL’AMERICA E RITORNO – FROM ITALY TO AMERICA AND BACK
CA’ PESARO GALLERIA INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA – Dal 21 aprile al 23 ottobre 2022
Riconosciuto come figura centrale dell’astrattismo internazionale, Afro parte prima da Venezia e poi da Roma per portare la sua ricerca negli Stati Uniti, diventando ben presto l’artista italiano più conosciuto e apprezzato dal collezionismo americano.
Grazie alla collaborazione con l’Archivio Afro e l’arrivo di alcuni importanti prestiti nazionali e internazionali, Ca’ Pesaro rende omaggio a un autore ben rappresentato nelle proprie collezioni e intende riportare nuova luce sull’intenso rapporto che, nei fervidi anni Cinquanta, si è instaurato tra l’arte italiana e quella americana che viveva il nascere dell’espressionismo astratto e dell’action painting.
Attraverso 45 capolavori affiancati ad alcuni selezionati disegni e a preziosi materiali d’archivio, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna intende presentare gli anni cruciali della produzione di Afro, quando l’artista è a stretto contatto con il mondo americano e porta a compimento la sua capacità di sviluppare un linguaggio sempre personale, che unisce l’intima assimilazione della pittura veneziana e del colore tonale alle riflessioni sul cubismo sintetico e sull’astrattismo.
L’opera di Afro diventa così, nelle sale monumentali del secondo piano di Ca’ Pesaro, un grande racconto, poetico e potente, intimo e allo stesso tempo universale, ambientato laddove la memoria e la Storia si arricchiscono di umanità e grandezza evocativa, sostenute da una tecnica altissima e da un inesauribile amore per la pittura.
La mostra include anche una piccola ma preziosa selezione delle opere di artisti legati alla vita e alla produzione di Afro negli anni della maturità, come Matta e Scialoja, insieme ai contatti con la scena artistica americana, tra cui il legame spirituale, a distanza di tempo, con Arshile Gorky e il rapporto di amicizia stretto con Willem De Kooning.

PUNTO, LINEA E SUPERFICIE – KANDINSKY E LE AVANGUARDIE
CENTRO CULTURALE CANDIANI – Mestre – ottobre 2022
L’esposizione propone quaranta opere di grandi artisti delle Collezioni della Galleria Internazionale d’Arte moderna di Ca’ Pesaro, fra le quali alcune eccezionali del padre dell’astrattismo, in un percorso espositivo
suddiviso in quattro sezioni:
- NASCITA DELL’ASTRAZIONE con opere di Wassily Kandinsky, Lyonel Feininger
- LE AVANGUARDIE ASTRATTE E SURREALISTE con opere di Jean Arp, Alexander Calder, Max Ernst, Joan Miró, Enrico Prampolini, Antoni Tàpies, Luigi Veronesi
- ASTRAZIONE NEL SECONDO DOPOGUERRA con opere di Karel Appel, Mario Deluigi, Ben Nicholson, Tancredi, Mark Tobey, Emilio Vedova
- LA SCULTURA VERSO IL MINIMALISMO con opere di Mirko Basaldella, Eduardo Chillida, Bruno De Toffoli, Julia Mangold, Luciano Minguzzi, Richard Nonas.
“Dopo la prima parte dedicata alla Nascita dell’astrazione la mostra presenta, sempre attraverso i capolavori di Ca’ Pesaro, Le avanguardie astratte e surrealiste. Sulla linea tracciata da Klee e Kandinsky, durante gli anni Venti si inseriscono le sperimentazioni del Surrealismo di Joan Miró, Max Ernst, Antoni Tàpies, la scultura astratta di Arp e di Alexander Calder, le analogie cosmiche di Enrico Prampolini e le forme musicali di Luigi Veronesi. La terza parte della mostra esplora la persistenza dell’Astrazione nel secondo dopoguerra. Negli anni Quaranta la lezione di Kandinsky si declina nel mondo inglese con l’esperienza di Ben Nicholson, nelle esperienze internazionali dell’Espressionismo astratto e in Italia del Fronte Nuovo delle Arti e dell’Astrattismo segnico. Da Emilio Vedova a Mario Deluigi e Tancredi, da Karel Appel a Mark Tobey, le forme dell’astrazione nella seconda parte del ‘900 si collocano a metà tra Informale, suggestione lirica e gestuale. La mostra si chiude con una preziosa selezione di scultura, La scultura verso il minimalismo, che completa il percorso con capolavori di Mirko Basaldella, Eduardo Chillida, Luciano Minguzzi e Bruno De Toffoli, a testimoniare la persistenza del dialogo tra astrazione e biomorfismo verso gli anni Cinquanta. Infine la ripresa di un’astrazione radicale, quasi ascetica, si fa strada con le esperienze minimali di Richard Nonas e di Julia Mangold, che introducono il visitatore nel pensiero degli anni Settanta, alla ripresa di una nuova vita dell’arte e delle forme astratte”.
Elisabetta Barisoni, responsabile della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro
RAQIB SHAW – PALAZZO DELLA MEMORIA
CA’ PESARO – GALLERIA INTERAZIONALE D’ARTE MODERNA – Dal 22 aprile al 25 settembre 2022
Ca’ Pesaro, in collaborazione con White Cube, presenta la personale con dodici opere realizzate nel corso degli ultimi due anni che si ispira ai lavori di alcuni dei grandi artisti veneziani per riflettere sulla perdita della patria e sulla condizione dell’esilio.
Shaw, che è cresciuto in Kashmir e vive attualmente a Londra, crea dipinti estremamente elaborati e minuziosamente dettagliati che rappresentano mondi paralleli e visionari pervasi da un significato profondamente personale e psicologico. Spesso monumentali nelle dimensioni, le opere uniscono influenze ibride, facendo confluire tempo e spazio per attraversare paesaggi, stagioni, miti ed epoche.
Nella sua nuova serie di lavori, Shaw trasfigura il proprio giardino a sud di Londra in uno sfondo verdeggiante per l’ormai perduto mondo del Kashmir e per il paradiso immaginario di un paesaggio infantile venato dalla malinconia dell’esilio.
“I dipinti di Raqib Shaw fanno viaggiare l’osservatore tra le meraviglie naturali del Kashmir e i mondi probabilmente più prosaici di South London. Ma è qui che l’artista ha realizzato un proprio paradiso di memorie, con vista su lontani palazzi cittadini e grattacieli simili a cattedrali. Eseguiti con un senso del disegno e del colore meticolosamente dettagliato e straordinariamente misurato, ogni dipinto è pensato per stupire e richiede tempo per scoprire sempre nuovi dettagli con ogni nuovo sguardo”.
Sir Norman Rosenthal
BICE LAZZARI – FRA SPAZIO E MISURA
CA’ PESARO – GALLERIA INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA
Collezione permanente – Dal 22 aprile al 23 ottobre 2022
Il focus della rassegna Bice Lazzari Fra Spazio e Misura è una piccola ma preziosa ricognizione della pittura di Bice Lazzari, nel periodo di passaggio dall’informale al minimalismo astratto fra la metà degli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta.
Figura isolata e solitaria, Bice Lazzari (Venezia 1900- Roma 1981) nasce in una solida famiglia borghese di imprenditori e architetti. Nel 1916 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove segue i corsi di decorazione e non di pittura perché non considerati adatti ad “una signorina di buona famiglia” a causa delle lezioni di nudo. Fin dalla seconda metà degli anni ’20 lavora, come artista, nel settore delle arti applicate, all’epoca uno dei pochi sbocchi professionali possibili per un’artista donna che voleva la libertà di vivere del suo lavoro senza dover dipendere dalle finanze famigliari. In quel campo – ricco di innovazione e aperto alle sperimentazioni stilistiche – ha la libertà di poter interpretare e studiare gli orientamenti e gli sviluppi non figurativi delle arti decorative moderne.
Per Bice Lazzari, fino alla fine degli anni Trenta, l’astrazione non è ancora una scelta intellettualmente e programmaticamente consapevole atta a definire una rottura con la tradizione, ma piuttosto il prodotto,
decisamente all’avanguardia, di un arredare moderno e funzionale, ricercato ma ancora decorativo.
Nel 1935 Bice Lazzari si trasferisce a Roma dove continua la sua fruttuosa collaborazione con i maggiori architetti e decoratori dell’epoca. Solo nel dopoguerra, nel 1949, riprende in mano i pennelli per ritornare a concentrarsi sulla pratica pittorica slegata dalla committenza. Le sue opere degli anni Cinquanta sono uno dei più validi esempi di pittura “materica” italiana. Dal 1959 la pittura di Lazzari diventa totalmente materica grazie all’uso di materiali nuovi come colle, sabbie e tempere miste.
Fra il 1970 e il 1971 Bice Lazzari comincia a lavorare esclusivamente con la tecnica dell’acrilico, più fluida e brillante. Sono di questo ultimo decennio le opere astratte più compiutamente riuscite di una ricerca che parte dalla metà degli anni ’20. Il segno è ripetuto ossessivamente e ritmicamente sulla tela monocroma e la griglia compositiva, pur nella sua scarna semplicità geometrica, conserva un afflato lirico unico e originale. Queste opere della maturità sono perfetti equilibri formali in cui il segno scandisce ritmicamente il campo della tela imprigionando l’occhio dello spettatore nella relazione fra spazio, tempo e misura.
La mostra presenta dieci tele e una trentina di disegni, provenienti dall’Archivio Lazzari di Roma, da collezioni private e dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.

ES-SENZE
MUSEO DI PALAZZO MOCENIGO – Dal 21 Aprile al 27 Novembre 2022
Odori e profumi provocano una tale varietà di sensazioni che spesso mancano i mezzi – parole, immagini, gesti – per descriverle. Testimoniano imprese passate, rievocano emozioni mai sopite, richiamano alla mente fatti, persone, cose ancora vive nella memoria più segreta di ciascuno di noi. Al contempo, possono fare il contrario, dando voce all’indicibile, descrivendo l’ineffabile, materializzando l’incorporeo. Per tale ragione alcuni artisti visivi si affidano a loro per esprimere ciò che, talvolta, appare altrimenti inenarrabile.
Sono autori diversi per generazione, cultura e sintassi associati, però, da un comune orientamento che li induce a esplorare, ciascuno a proprio modo, una dimensione creativa alternativa a quelle consuete: l’adozione dell’olfatto e delle componenti sensoriali ad esso correlate.
Es-senze esplora tale tendenza proponendo una selezione di questi interpreti per porre in evidenza gli aspetti più indicativi del fenomeno e mettere in luce la molteplicità di aspetti che ne caratterizzano lo sviluppo.
Si tratta di alcuni tra i più significativi esponenti della scena creativa contemporanea le cui opere, distribuite nelle sale al primo piano di Palazzo Mocenigo, danno vita a un inedito viaggio olfattivo, un percorso multisensoriale attraverso il quale immergersi virtualmente nelle loro riflessioni, abitualmente esplicitate in altra forma: plastica, pittorica, grafica o installativa.
E, come se l’arte riuscisse idealmente a emanare un proprio profumo, i lavori in mostra avvolgeranno lo spettatore in un’estrema varietà di fragranze dai toni altrettanto eterogenei, tanti quante sono le sensazioni che riescono ad evocare.
Senza alcuna ambizione alla esaustività, la mostra, curata da Pier Paolo Pancotto e sostenuta da Mavive, con il supporto di Accademia del Profumo, vuole aprire un varco iniziale in un ambito di ricerca ancora poco indagato, almeno secondo i parametri adottati in questa circostanza. Infatti, se vari sono gli artisti che in epoche diverse e con linguaggi altrettanto differenti si sono cimentati nel dare corpo e visibilità al concetto di profumo assai meno sono coloro i quali hanno assunto il profumo come materia prima delle loro indagini trattandolo alla pari di altri sistemi espressivi come la pittura, la scultura, il disegno. L’esposizione, pertanto, mira a gettare un primo sguardo sull’operato di questi ultimi, presentandone alcuni a scopo esemplificativo, delineandosi come un progetto preliminare, dal carattere sperimentale, aperto a possibili, più ampi sviluppi.
HUONG DODINH – ASCENSION
MUSEO CORRER – Sala delle Quattro Porte – Dal 23 aprile al 9 ottobre 2022
Ascension è un’opera site-specific. L’artista ha preso possesso dello spazio ideando e progettando una serie di opere specificamente create per l’evento. L’installazione comprende 14 dipinti, ciascuno alto tre
metri, collocati secondo uno schema triangolare attorno alla scultura lignea della Madonna della Misericordia, che risale al XV secolo.
L’artista invita ad entrare nel cuore delle opere sostenute da pannelli alti e affusolati che, come candele, guidano attraverso l’atmosfera mistica che aleggia nella Sala delle quattro porte.
L’installazione Ascension di Huong Dodinh avvolge lo spettatore.
L’artista invita il pubblico ad entrare nel cuore di quattordici grandi opere sostenute da altrettanti pannelli alti e affusolati che, come candele, ci guidano attraverso l’atmosfera mistica che aleggia nella Sala delle Quattro Porte. Domina, sulla parete di fondo, l’imponente scultura lignea della Madonna della Misericordia, una presenza-guida per lo sguardo, il ritmo e la composizione della installazione. Questa mostra invita i visitatori a condividere la percezione che ha l’artista del mondo e delle sue emozioni più intime. Il pubblico vi assiste, muto e impressionato.