Come accennavo in un precedente post, quest’anno ho deciso di esagerare, e per il mio primo Carnevale veneziano ho scelto una festa in maschera che si svolgerà in un meraviglioso Palazzo sul Canal Grande.
Essendo un’assoluta neofita ho fatto una scelta forse scontata, ma che sentivo come più sicura: affidarmi completamente all’organizzazione dell’evento.
Se infatti è possibile utilizzare costumi propri, nel dubbio ho preferito scegliere il mio presso l’atelier che collabora con l’hotel sede della festa. Anche per il trucco e parrucco, la make-up artist è quella consigliata.
Sicuramente da una parte questo toglie genuinità all’idea creativa, soprattutto per quanto riguarda i costumi, ma – d’altro canto – volevo garantirmi una partecipazione in linea con gli altri presenti e, da foresta, preferivo non rischiare.
Bando alle ciance, e via al racconto di questo avvicinamento alla data fatidica del 28 febbraio!
La festa mi è stata consigliata da Ornella, la mia amica veneziana DOC che, oltre a essere una perfetta conoscitrice e amante della città, è anche la mia dispensatrice di consigli “da veneziani”. Ma vi parlerò meglio di lei in un futuro post: ogni serial traveler veneziano dovrebbe essere così fortunato da avere al proprio fianco un’Ornella!
Una volta acquistati i biglietti per l’ingresso alla festa direttamente presso l’hotel (ma è possibile anche rivolgersi direttamente all’organizzazione), ho chiesto indicazioni in merito a dove avrei potuto affittare i costumi, e mi è stato segnalato l’Atelier Benetti Bertondini.
Sapendo purtroppo poco del mondo straordinario che ruota attorno al Carnevale veneziano non conoscevo questi straordinari artisti e artigiani: marito e moglie appassionati che custodiscono un vero e proprio tesoro di costumi meravigliosi e di accessori.
L’Atelier ha sede a Mestre ma, per tutto il periodo del Carnevale, si sposta “armi e bagagli” sull’Isola.
Appena entrata nell’area che l’hotel ha concesso loro sono rimasta letteralmente senza parole: tutto lo spazio è occupato da barre porta-abiti stracolme di vestiti stupendi, tutti riccamente decorati e perfetti in ogni più piccolo dettaglio.
Non sono abbastanza brava con le parole da riuscire a dire quanto quei locali risultino pieni di tesori tessili. E l’impatto che si ha quando si apre la porta è quasi da fiaba, uno di quei sogni in cui una bambina spalanca l’armadio della principessa e si trova catapultata in un mondo magico di sete, fili dorati, velluti e colori.




Insomma, superato lo choc iniziale è partita una danza di prove e di perfezionamenti che non so quante ore abbia portato via. Ho letteralmente perso la cognizione del tempo!
Ho dato ad Alessio alcune scarne indicazioni su quali fossero le mie preferenze. Sulla base di queste e della mia conformazione fisica (non facile da vestire, visto che sono un armadio…), hanno iniziato a tirar fuori dagli stendini decine di costumi, uno più bello dell’altro.
Una delle emozioni più particolari che ho provato è stata quella di venire vestita – come accadeva nel ‘700 – da un qualcun altro. È impossibile infilarsi sottogonne, crinoline e corsetti pieni di lacci senza l’aiuto di qualcuno di esperto.
È stato anche incredibile sentire quel senso di costrizione nei vestiti che le dame dell’epoca provavano ogni giorno della loro vita. Una volta stretti i lacci, i corsetti rigidi del tempo lasciano ben poco spazio alla comodità. E non ho nemmeno cercato di sedermi con sottogonna e corpetto: la teoria su come dovrò farlo mi è nota; la pratica credo sarà più complessa (e divertente per gli altri)…
Mi sono trovata a riflettere su come si dia per scontato che i nostri abiti debbano essere comodi, ma non è sempre stato così. Se già solo risalendo alle nostre nonne (o almeno alle mie, nate all’inizio del 1900) si arriva ai busti già un pochino pratici da indossare da sole, pensate cosa non si può trovare tornando ulteriormente indietro nel tempo! Il corsetto che ho scelto è una specie di corazza quasi rigida steccata da portare a pelle. Nessun problema per poche ore, ma pensate trascorrerci una vita!
Scelto il mio costume, è stato quindi il turno di quello del mio compagno. I due maestri costumisti con lui hanno impiegato pochi minuti per trovare la combinazione perfetta. Se io sono vestita di bianco e nero (e pelle marrone scurissimo) lui è in rosso e oro. Una combinazione che probabilmente i due artisti avevano in mente già mentre sceglievano cosa far provare a me.
Dopo sono passata dalla make-up artist. Io adoro tutto quanto fa make-up, ma sono terribilmente imbranata. Riesco a metterci decine di minuti per un trucco che deve però essere il più naturale possibile. Ogni volta che vado in un negozio di cosmetici una qualche commessa volenterosa mi propone di insegnarmi a valorizzare il viso col trucco. Quando faccio notare che poche ore prima avevo passato minuti e minuti con la convinzione di farlo, spesso vengo guardata con commiserazione…
Detto questo, ovviamente per una serata così speciale è meglio affidarsi alle mani di professionisti del settore, che conoscano anche i colori tipici dell’epoca che si è scelto di rappresentare e sappiano farli risaltare sul volto.
Come dicevo all’inizio di questo post, anche per il trucco ho preferito affidarmi all’artista che opera nell’hotel, Debora Lucatello, che – dopo aver studiato il mio viso e aver visto il costume che avevo scelto, mi ha mostrato una proposta di trucco e parrucco per la serata.
Particolarmente complessa è la questione dei capelli: il mio costume prevede infatti un cappello decisamente vistoso (e pesante!), che – stando agli esperti – vorrò togliere nel corso della serata. La pettinatura sarà quindi tale da risultare gradevole sia col cappello, sia una volta tolto. Io manco so immaginare come dovrà essere. Mi fido ciecamente di Debora, che sa il fatto suo.


Fissato l’appuntamento con lei per giovedì nel tardo pomeriggio la giornata preparatoria si è conclusa.
Già questo pomeriggio è stato emozionante, da togliere il fiato. Non oso immaginare come sarà la festa.
E ora, quindi, si aspetta il grande giorno!
Chi ho citato in questo post (che non è sponsorizzato da nessuno)
- Hotel Ca’ Sagredo: la sede della festa.
- Cortigiane a Palazzo: la festa.
- Atelier Benetti Bertondini: non ho trovato riferimenti. In questo periodo sono a Ca’ Sagredo (vedi sopra)
- Debora Lucatello: la make-up artist
Fantastico!!!!
che invidia!!!!
chissà magari ci riuscirò anch’io un anno a vestirmi con un costume così bello!
Io arrivo a Venezia Venerdì…non vedo l’ora!!!!
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Fantastico, Giusy! Buonissimo divertimento! Poi raccontaci come è andata!
Comunque il mio costume non è tra quelli delle foto… 🙂
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Beh sicuramente sempre meglio del mio…io avrò soltanto una mascherina…
ma sono felicissima ugualmente.
Ci mancherebbe. Sarà bello anche solo guardare voi in abiti fighissimi!!!!!!!!!!!
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Il divertimento è nel cuore e nella testa, prima che negli abiti… Quasi ovvio da dire ma è la pura realtà. Sono certa che ti divertirai tantissimo! Domenica per le strade ho visto anche costumi molto divertenti: In un gruppo Facebook hanno postato la foto di ragazzi travestiti da Brexit 😀 fantastici!
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Ma dai!!!! Fortissimo!!!
A Venezia saró con la mia migliore amica , che abita in Inghilterra… a proposito di Brexit!!! 🤦♀️
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