La Fondazione Querini Stampalia su Bell’Italia di aprile 2019

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Prendo spunto dal lungo servizio che Bell’Italia di aprile 2019 dedica a questo luogo magico per parlare – finalmente – di un luogo di Venezia che amo in modo particolare, la Fondazione Querini Stampalia.

Quando penso a questo luogo mi viene da sorridere non solo per la sua bellezza che ravviva l’umore già solo a pensarci, ma anche perché nonostante ci sia stata ormai decine di volte, non ci sono mai andata appositamente, ma ci sono sempre arrivata per caso perdendomi mentre cercavo di raggiungere qualche altro obiettivo (o mentre andavo in giro senza meta). Però ogni volta che scopro di essere finita davanti al ponticello di accesso non posso fare a meno di entrarci, fosse anche la centesima volta.

Il Palazzo è già di per sé da vedere. Risale agli anni tra il 1510 e il 1520, ma ha poi visto interventi più moderni, comunque meravigliosamente integrati alla struttura originaria.

Gli Architetti contemporanei che vi hanno messo mano sono il grandissimo Carlo Scarpa, successivamente Valeriano Pastor, Mario Botta e, negli ultimi anni, anche Michele De Lucchi, al piano dove da fine 2018 è possibile visitare il tesoro artistico della Cassa di Risparmio di Venezia.

In apertura di articolo le foto della suggestiva sala dove sono raccolti i quadri del Longhi e del Bella. Qui si può entrare come in un magico caleidoscopio e vivere la vita quotidiana del ‘700 veneziano

Seguirò – si fa per dire – il percorso compiuto dall’articolo di Bell’Italia, aggiungendoci alcune riflessioni mie.

Mi piace che l’apertura sia dedicata alla sala in cui sono raccolte le opere del Longhi e del Bella, due artisti che hanno saputo riportare le scene della Venezia popolare del ‘700, con la sua quotidianità, le sue feste, i momenti di aggregazione, gli abiti, … in un racconto per immagini lungo quattro pareti che sembrano non finire mai.

Sui tavoli al centro della sala alcuni cataloghi in consultazione libera consentono di approfondire le scene narrate dai quadri. Una full immersion nella Venezia del passato che mi fa viaggiare nel tempo ogni volta. In questa sala sembra di essere all’interno di un meraviglioso fumetto pieno di dettagli, tutto da leggere e da scoprire negli infiniti dettagli.

Iniziano a vedersi i primi elementi contemporanei

Trovo straordinario come in questo Palazzo architetture originali e contemporanee riescano a fondersi così armoniosamente in ogni punto in cui s’incontrano.

Carlo Scarpa ha forse lasciato il segno più incisivo, con un uso magistrale del cemento a vista.

Nelle foto delle due pagine sopra riprodotte si possono vedere le sale del terzo piano, dove De Lucchi ha preparato gli spazi per accogliere la ricchissima collezione della Cassa di Risparmio di Venezia.

Ho avuto la fortuna di visitarla con la guida nel corso di una delle prime sere di apertura e… WOW! Imperdibile!

Già solo il colpo d’occhio straordinario sull’infilata delle stanze, caratterizzate ognuna da un colore diverso, toglie il fiato. Poi, a parte tutti i pezzi straordinari esposti, non perdetevi l’installazione multimediale dell’ultima stanza. Io la snobbavo, scettica, ma… è fatta benissimo e consente di approfondire i contenuti di maggior interesse in modo leggero e tutt’altro che noioso.

Il dettagliato spaccato della Fondazione. Questo numero della rivista vale la spesa già per questo inserto così dettagliato!
Sul retro dello spaccato alcune delle opere esposte (a sinistra) e la corte coperta con la vera da pozzo (a destra)

Nella foto qui sopra trovate una delle opere che più mi piacciono in tutta l’esposizione: il “Notturno con la piazzetta e Palazzo Ducale“, di Ippolito Caffi (quella in alto sulla pagina centrale). Sono colori così realistici da sembrare una fotografia.

Lo scorcio che vedete in alto a destra è un passaggio del piano terra rivisto da Carlo Scarpa. Affaccia sul Canale e vi è un angolo straordinario dove si cammina quasi nell’acqua! Dalla porta d’acqua, aspettando pochi secondi vedrete passare le gondole, come fosse un sogno del passato incorniciato in un quadro contemporaneo. Tanta roba!

La foto del portego del secondo piano dalla rivista…
…e una foto scattata dal mio compagno nel corso della nostra ultima visita

Al secondo piano è possibile visitare le sale della Casa Museo, dove ogni angolo è un capolavoro finemente decorato.

In alto a destra la sala da pranzo perfettamente apparecchiata! Pensate alla fatica e alla responsabilità di chi deve spolverare ogni pezzo esposto! Io sarei angosciata dal timore di rompere qualcosa… Il servizio della fine del ‘700 è in preziosissima porcellana di Sèvres
Il Paradiso di Domenico Tintoretto che apre le sale del terzo piano
La scala del piano terra

C’è un’altra particolarità nella Fondazione Querini Stampalia: per esplicita volontà del Conte Giovanni Querini dal 1869 è possibile utilizzare le sale dell’attrezzatissima e fornitissima Biblioteca fino a notte fonda!

Vi “do i numeri” presi direttamente da Wikipedia (grazie di esistere!):

  • superficie totale: 1.650 m²
  • area destinata al pubblico: 950 m²
  • depositi librari: 700 m²
  • servizi di accoglienza al piano terra: 385 m²
  • sale di lettura: 16
  • posti di lettura: 180
  • postazioni per consultazione cataloghi: 3
  • postazioni per navigazione internet: 5
  • emeroteca
  • navigazione wifi
  • fotocopie
  • vetrine tematiche con proposte di lettura e approfondimento

Troverete i posti sempre tutti occupati – comprensibilmente – dagli studenti universitari che cercano un luogo silenzioso e confortevole dove studiare. È comunque possibile visitare i locali della biblioteca, facendo però il possibile per non disturbare la concentrazione degli occupanti…

Insomma, mi rendo conto che questo breve excursus non rende merito alle tante peculiarità della Fondazione Querini Stampalia, ma quello che posso dirvi è: andatela a visitare! Non ve ne pentirete!

Come raggiungere la Fondazione Querini Stampalia

La Fondazione si trova nel Sestiere di Castello, in Campo di Santa Maria Formosa. Come dicevo all’inizio del post, io rinuncio a provare a spiegarlo, perché mi perdo ogni volta. Aprite San Google Maps e sperate che il GPS sia con voi!

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