Andare alla scoperta della nuova opera di Lorenzo Quinn è un po’ come partecipare a una caccia al tesoro, ma il premio è doppio e vale assolutamente la “fatica”!
Per un non-veneziano raggiungere il Palazzo, sede della Prefettura, non è infatti così immediato. Bisogna arrivare in Campo San Maurizio (fermata del vaporetto 1 Santa Maria del Giglio e qualche passo a piedi), imboccare Calle del Dose da Ponte e prendere poi una piccola calle sulla sinistra, che porta al giardino in cui è visibile l’opera.
Personalmente ho apprezzato l’installazione, che però so già essere piuttosto “divisiva”, ma anche chi non dovesse amare lo stile dell’artista, dal giardino affacciato sul Canal Grande si può godere di una vista meravigliosa e inattesa della Peggy Guggenheim Collection e della Basilica della Salute.
Come spesso accade a Venezia, l’opera d’arte è inserita in un contesto che è esso stesso arte…
Come accennavo, l’opera a me personalmente piace: rappresenta un bambino nel ventre materno, è di grandi dimensioni come gran parte delle creazioni dell’artista, e i materiali sono utilizzati in modo intelligente e affascinante.
Il messaggio che Quinn vuole inviare è di fiducia e di ripresa, di una Fenice che rinasce dalle sue ceneri.
Consiglio: il piccolo campo con la vera da pozzo e la calle che si getta nel Canal Grande sono due perle nascoste che rendono quella parte di Venezia uno dei miei luoghi preferiti tra tutti, e sono grata all’artista per avermeli fatti scoprire.
Attenzione però agli orari di visita: l’installazione è visitabile solo giovedì, venerdì e sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 20.00










Alcuni miei scatti dell’installazione, della vista del Canal Grande e della calle che porta al giardino della Prefettura
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