Festa di San Marco e leggenda del bocolo: un 25 aprile tutto veneziano

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Il 25 aprile a Venezia è festa grande!

Ricorre infatti la Festa di San Marco, il Patrono della città (anche se – vista la coincidenza con l’anniversario della Liberazione, la festività patronale viene festeggiata il 21 novembre, Festa della Salute).

Oltre alle celebrazioni religiose officiate nella Basilica, la Festa si caratterizza anche per la tradizione del “bocolo” (o bocoło, visto che la l in veneziano spesso è muta).

Scopriamone di più, perché è una leggenda commovente, che parla di amore e di morte.

Per la descrizione completa, rimando alla sempre ineccepibile narrazione di Alberto Toso Fei.

In sintesi, Maria, la figlia del Doge, si innamora di Tancredi, non particolarmente gradito – per usare un eufemismo – al padre di lei. Tancredi partirà per la Spagna a combattere gli Arabi nel tentativo disperato di migliorare la sua posizione nei confronti del padre dell’amata, ma morirà in battaglia. Nel morire, cade su un roseto, e il suo sangue colora di rosso una rosa. Con le ultime forze in corpo, riesce a dire al suo amico e commilitone Orlando (sì, proprio quell’Orlando) di portare la rosa a Maria. Questa, una volta ricevuto la notizia della morte dell’amato e la rosa, nella notte muore per il dolore, raggiungendo nell’eternità il suo amore. Viene trovata con la rosa sul cuore il 25 aprile, proprio il giorno di San Marco.

Oggi, per commemorare questa dolcissima ma dolorosa storia, il fidanzato offre alla sua fidanzata un bocciolo (il bocoło) di rosa rossa, simbolo di amore eterno. La leggenda vuole che questo dono, oltre a rafforzare l’amore, risolva anche eventuali difficoltà in corso e consolidi il rapporto.

C’è anche un’altra versione della leggenda, anche questa di amore (e fortunatamente non prevede morti!). In una sorta di Giulietta e Romeo alla veneziana, due rami di una stessa famiglia discendente da Basilio, marinaio che aveva partecipato al trafugamento delle spoglie di San Marco, erano in aperta ostilità. A dividere il giardino – inizialmente condiviso dalla famiglia – era un roseto piantato proprio vicino alla tomba di San Marco. Con tutta la negatività tra i due rami di famiglia, le rose smisero di fiorire. Finché… finché due discendenti dei due diversi rami non si innamorarono l’un l’altro. Era un 25 aprile, e il roseto – percependo la ritrovata serenità – tornò a fiorire.

Vediamo le diverse versioni in alcuni post che ho trovato su Facebook:

Questo un altro post che le racconta bene.

Di Alessandra.Battistel – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=47598702
Da Wikipedia

In questo post di VeniceWiki si fa riferimento, oltre alla tradizione del bocoło, anche di altre ricorrenze che gli innamorati è previsto che rispettino. Cito:

La tradizione veneziana vuole anche che, alla donna amata, vengano fatti dei precisi regali in occasioni di particolari ricorrenze.

A Pasqua si devono regalare due bottiglie di vino di Cipro e una focaccia. 
A Natale un vaso di mostarda e del mandorlato.
Nella ricorrenza dei morti è d’obbligo un sacchetto di fave dolci.
Per San Marco il Bocolo che deve essere rosso.
E per finire a San Martino sono d’obbligo le castagne.

Quello che tra fidanzati non ci si deve donare sono:

i pettini perché sono oggetti da streghe;
le sacre immagini ed i libri da messa, perché portano dolori;
le forbici, perché significano maldicenza;
e gli aghi perché significano punture e quindi sofferenze.

Da Venice Wiki

Ci va un calendario apposta per ricordarsele tutte…

Un po’ meno romantico, ma comunque degno di nota, sempre il 25 aprile alle 17 a Palazzo Ducale vengono premiate le eccellenze veneziane nell’ambito del Premio “Festa di San Marco”.

Insomma, tornando all’aspetto romantico della giornata, qualsiasi sia la versione di leggenda che ci piace di più, che festeggino le coppie, e che festeggino i veneziani nella loro giornata!

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