Avrete notato che ho parlato sempre poco – tendente al niente – del lock-down. Ho tenuto fede a quanto mi ero ripromessa all’inizio di questo delirio.
Non mi pronuncio sulle scelte che sono state fatte, sugli impatti che hanno avuto. Non mi sostituisco a chi avrebbe avuto il dovere di minimizzare le ricadute, non solo sanitarie dirette, ma anche sociali ed economiche. Preferisco lasciar perdere.
Mi piange il cuore vedere Venezia vuota e ferma. Le città vuote sono innaturali. Le bellezze architettoniche del passato e del presente sono state progettate per essere viste.
L’overtourism era un problema, certamente, ma le città vuote, i musei vuoti, le chiese vuote, lo sono altrettanto.
Fatto sta che finalmente si inizia a intravedere la fine di questo delirio, una luce in fondo al tunnel.
Ma dal tunnel ci sarà chi ne uscirà a pezzi, e avrà bisogno di tutto il sostegno possibile per rialzarsi. E tra questi ci sono quanti si occupano di arte e cultura.
È per questo che nel mio piccolo offro alle attività artistiche o culturali veneziane la mia disponibilità a parlare di loro (ovviamente in forma del tutto gratuita) su queste pagine, per cercare di dare la massima visibilità per me possibile a quanto fanno e al loro nuovo futuro.
Chi fosse interessato può mandarmi una mail a aserialtravelerinsaor@gmail.com.
Duri ai banchi! E riprendiamoci la vita!
