Questa volta me lo sentivo, ed è stato così: Icônes, la mostra attualmente ospitata a Punta della Dogana, ha superato le mie aspettative.
Di solito le esposizioni in questa sede sono un po’ troppo “estreme” per me, difficili da comprendere (vista la mia totale ignoranza artistica) ma questa volta è andata un po’ meglio.
Il Comunicato stampa ufficiale descrive così la mostra:
Un invito alla contemplazione dell’immagine come mezzo per raggiungere una dimensione altra, una realtà trascendentale in una relazione intima tra arte e il visitatore. Tra capolavori della Pinault Collection, lavori mai esposti prima di quest’occasione e installazioni site-specific, sono in mostra oltre 80 opere di artisti appartenenti a diverse generazioni: Josef Albers, James Lee Byars, Maurizio Cattelan, Étienne Chambaud, Edith Dekyndt, Sergej Eisenstein, Lucio Fontana, Theaster Gates, David Hammons, Arthur Jafa, Donald Judd, On Kawara, Kimsooja, Joseph Kosuth, Sherrie Levine, Francesco Lo Savio, Agnes Martin, Paulo Nazareth, Camille Norment, Roman Opałka, Lygia Pape, Michel Parmentier, Philippe Parreno, Robert Ryman, Dineo Seshee Bopape, Dayanita Singh, Rudolf Stingel, Andrej Tarkovskij, Lee Ufan, Danh Vo e Chen Zhen.
La mia curiosità in merito a come alcuni degli artisti presenti avrebbero potuto coniugare il tema della mostra non sempre ha trovato risposta, ma a parte questo, anche grazie alla guida cartacea alla visita – che vi consiglio fortemente di prendere e consultare – ho trovato nel complesso l’esposizione di grande interesse.
La parola “icona” ha due accezioni: la sua etimologia greca rimanda ai concetti di “immagine” e “somiglianza”, mentre il suo utilizzo generalmente si riferisce alla pittura religiosa, in tempi più recenti il termine è stato associato all’idea di modello, figura emblematica. L’immagine – la sua capacità di rappresentare una presenza, tra apparizione e sparizione, ombra e luce, di raffigurare uno spazio fisico e di generare un’emozione empatica con i visitatori – è al centro di questa mostra concepita per gli spazi espositivi di Punta della Dogana e il contesto veneziano nello specifico, costantemente arricchito dal dialogo senza fine tra Oriente e Occidente.
L’icona – vettore del passaggio verso un altro mondo e altri stati di coscienza (contemplazione, meditazione) – riporta a una realtà trascendentale con il potere di attualizzare la presenza dell’invisibile, creando un’emozione o un abbagliamento estetico e spirituale. Queste sono le iconostasi, dispositivi che nascondono gli officianti del culto dietro un muro di immagini, come una porta verso il mondo divino. Sono opere che generano spazi come tante pause o luoghi di raccoglimento nell’era della saturazione di immagini e della loro appropriazione indebita. Dipinti viventi, riti e tutto ciò che fa dell’immagine uno spazio di relazione tra gli esseri umani e che li trascende costituisce il cuore della riflessione proposta dalla mostra.
Sono rimasta senza parole davanti alla prima installazione che si incontra entrando, un’opera site specific che, grazie a un sapiente posizionamento di fili d’oro, riproduce alla perfezione dei fasci di luce in un locale non illuminato.
Un’altra installazione davvero suggestiva è quella che si trova al piano del Belvedere: una pavimentazione a specchi che dà la sensazione di… camminare sul vuoto!
Di seguito alcuni miei scatti delle opere


















Punta della Dogana è una di quelle sedi espositive che vale sempre la pena visitare – a prescindere dal fatto che la mostra ospitata ci ispiri o no – vista la meraviglia del luogo!





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In sintesi? Consiglio la visita!
La mostra è aperta tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 10:00 alle 19:00, ultimo ingresso alle 18:00.
È possibile acquistare on-line il biglietto.
Il biglietto consente di accedere anche all’IMPERDIBILE Chronorama, di Palazzo Grassi, per me una delle mostre più belle degli ultimi anni, e costa 15 euro l’intero e 12 euro il ridotto. È gratuito per gli under 19.
L’accesso inoltre è gratuito per i residenti nella Città metropolitana di Venezia e gli studenti degli atenei veneziani tutti i mercoledì, il primo giorno e l’ultimo giorno di apertura delle mostre
Sono disponibili visite guidate per i gruppi e per le scuole.
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