La Bottega Cini, la qualità veneziana in un luogo accogliente

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Alcuni giorni fa ho scoperto la straordinaria Bottega Cini, un progetto interessante che merita la visita.

Faccio una doverosa premessa: questo non è un post sponsorizzato, ne parlo perché realmente lo ritengo una tappa imperdibile dei viaggi a Venezia.

La Bottega Cini, idea di Marco Vidal, di Merchant of Venice, con  Fondazione Archivio Vittorio Cini e Museyoum, raccoglie in uno spazio unico diverse eccellenze veneziane: vi si trovano (ovviamente) i profumi di Merchant of Venice, i vetri NasonMoretti, i gioielli in vetro di Ercole Moretti, i libri di Marsilio Editore, le carte di Toscolano e… una chicca: le creazioni e l’arte “dal vivo” dell’impiraressa Marisa Convento.

All’ingresso si viene accolti dagli eleganti flaconi dei profumi Merchant of Venice. Le loro forme e decorazioni ricordano storie, tradizioni e leggende legate a Venezia, vi consiglio di farvele raccontare, perché c’è da perdersi in sogni antichi.

C’è la Rosa Moceniga, un profumo estratto da un fiore – la Rosa Moceniga, appunto – dalla bellezza e dall’aroma unici, con una storia legata a doppio filo con quella della Famiglia Mocenigo. Di Rosa Moceniga profuma anche il gel disinfettante per le mani che accoglie i visitatori…

Ci sono i profumi dedicati a Gabriele D’Annunzio, dalla linea Liberty e dai nomi evocativi.

Le raffinate creazioni Ercole Moretti vedono le murrine diventare opere d’arte da indossare, con le caratteristiche “millefiori” perfette e dai colori vividi.

La perfezione delle trasparenze dei vasi NasonMoretti riempie una parete della prima sala e delizia gli occhi dei passanti in vetrina.

Ho avuto la fortuna e il privilegio di visitare la loro fornace a Murano: lì è ancora più evidente l’arte che i Mastri vetrai esprimono nelle loro opere, con vetri dalle cromie introvabili altrove, e una leggerezza che ha del miracoloso.

I libri Marsilio costruiscono una linea immaginaria con Palazzo Cini di San Vio, straordinaria sede museale sita proprio di fronte alla Bottega. Cataloghi di mostre e libri d’arte curatissimi riempiono anche la seconda sala, che – come mi è stato detto – a breve diventerà una prosecuzione delle temporanee di Palazzo Cini. La prima installazione multimediale sarà quindi dedicata alla mostra “Piranesi Basilico“, di cui ho parlato nei giorni scorsi.

Sempre nella seconda sala sono esposte le carte Toscolano, produzione artigianale di altissima qualità (peccato non abbiano un sito web).

Nell’ultima sala si viene accolti con garbo ed eleganza dall’impiraressa Marisa Convento, sempre pronta a raccontare della storia dell’arte che porta avanti con tanta maestria, e a fare “do ciacoe” con i visitatori, senza mai distrarsi dalle sue creazioni.

Di lei ho già avuto modo di parlare, facendole inaugurare la rubrica La Venezia dei Veneziani: ho scelto lei per aprire le danze perché la ritengo una delle persone in grado di trasmettere con competenza, capacità e leggerezza la “vera Venezia” a noi foresti.

Quando si ha la fortuna di parlarle si rimane affascinati non solo per l’eloquio, ma per la profondità dell’amore verso Venezia e per il cuore che mette nel trasmettere la sua passione agli interlocutori.

E non solo: le sue creazioni sono pezzi unici, tutti fatti a mano da lei, che consentono di indossare un pezzo della storia di Venezia.

Sarà Marisa a suggerirvi di sbirciare da fuori del suo laboratorio, per perdersi nella quiete del luogo, guardando lo stallo delle gondole, stupendosi del Rio che scorre di fronte e che collega il Canal Grande con il Canale della Giudecca.

In un post su Facebook Marisa racconta – bene, come sempre – di un aneddoto accaduto nei giorni scorsi: vista la bella giornata rinfrescata da un leggero venticello, Marisa si era messa fuori dal suo laboratorio, a “impirar” seduta tranquilla all’ombra, quando un elegante signore veneziano, passando davanti alla Bottega, ha ricordato le impiraresse del passato e ha espresso la sua speranza, di vedere altre impriraresse lavorare insieme a Marisa, per tornare a sentire le chiacchiere che un tempo facevano da colonna sonora delle loro attività

Le impiraresse impegnate a lavorare e a ciacolar. Capisco bene il pensiero del passante quando ha visto Marisa…
Immagine tratta dal sito del Comune

Insomma, non sarei più venuta via dalla Bottega Cini. E infatti ho la certezza che ci tornerò. In questo primo giro ho voluto fare il pieno di racconti e di bellezze, ma andrò di nuovo, questa volta per acquistare due o tre cose che ho addocchiato al primo giro.

Un consiglio che ho dato più volte nei miei post: se siete alla ricerca di souvenir evitate come la peste le cineserie a pochi euro che danneggiano l’economia veneziana e il vero artigianato. Provate ad avvicinarvi alle creazioni locali, di chi continua a tramandare le tradizioni uniche del territorio. Scoprirete che anche qui vi sono proposte per tutte le tasche e, credetemi, la differenza di qualità si vede eccome!

Come raggiungere Bottega Cini

La Bottega si trova a Dorsoduro, 862, di fronte a Palazzo Cini, facilissima da raggiungere dal Ponte dell’Accademia, da cui dista pochi passi.

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